I regali “americani”: pomodori, patate, mais…

Come accennato, a completare il quadro delle trasformazioni storiche culinarie italiane ci ha pensato la scoperta delle Americhe: moltissimi alimenti che oggi sono riconosciuti come base della dieta mediterranea sono dovuti a quel primissimo sbarco di Cristoforo Colombo. Una specie di miracolo, considerando la durata di quelle traversate, alle quali sono sopravvissuti semi, piantine, frutti che sono divenuti fondamentali per noi italiani.

Ma patate, pomodori, mais, cioccolato non sono entrati “a gamba tesa” nella nostra alimentazione. Così come l’ananas, il peperoncino, la zucca: non vennero immediatamente “approvati” dalle popolazioni, né così facilmente adottati.

La diffidenza per patate e pomodori

Dovettero passare due secoli dalla scoperta dell’America prima che il pomodoro iniziasse a essere utilizzato per salse o mangiato crudo: fu lungamente considerato una pianta solo ornamentale!

Il peperone ebbe la stessa sorte: furono i napoletani, allora dominati dagli Spagnoli che per primi importarono certe materie prime in Italia, a sperimentare con questo ingrediente. Riuscite a immaginare degli sformati di pasta o delle paste al forno con i peperoni? Noi no, ma erano comuni nel Seicento, dopo di che furono abbandonati per lasciare spazio proprio al pomodoro.

E che dire delle patate? Fu solo la disperazione a portarle sulle nostre tavole: una terribile carestia spinse gli abitanti dell’Irlanda, nel 1663, a mangiare le radici dei propri raccolti ormai rovinati. Quelle patate, delle quali all’epoca si mangiavano solo le foglie, rappresentarono una vera rivoluzione. Per ignoranza, fino a quel momento si erano sempre buttate via!

La cucina italiana continua a cambiare

Mais, fagioli, pomodori o zucca: l’inserimento di nuovi ingredienti nella nostra cucina non si è fermato al 1492. Oggi l’Italia ai fornelli si fa ispirare dall’esposizione all’Africa e all’Asia, e ingredienti come lo zenzero, la curcuma o cereali come il sorgo stanno iniziando a farci compagnia. Cosa sarà domani la tradizione italiana? Teniamo le forchette pronte!


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